Comi

Progetto Talibé

“Kay agn – vieni a mangiare”

Un pasto per i bambini Talibé di Kaffrine

Il contesto

Le vie di Kaffrine sono affollate di talibès, studenti delle daaras, le scuole coraniche, costretti alla mendicità per cercare cibo per sé e denaro per il loro maestro, il marabout. Nonostante il governo si stia muovendo per migliorare le condizioni dei talibès, è infatti in fase di elaborazione una proposta di legge contro la mendicità, è molto difficile scardinare questa pratica di origine antiche. In principio le daaras erano un elemento integrato nel villaggio e la funzione della mendicità e della ricerca dell’aiuto della comunità era quella di irrobustire la personalità dei bambini. La comunità stessa si prendeva mutualmente cura dei talibès, ciascuno offrendo una parte dei suoi averi. Inoltre al Marabut solitamente veniva concesso un campo dove i talibès lavoravano.

Tuttavia, oggi i mutamenti economici e geografici nella società senegalese hanno avuto un impatto profondo sulle scuole coraniche. Il denaro e l’urbanizzazione selvaggia delle città hanno causato una profonda distorsione delle daaras che si sono moltiplicate in maniera esponenziale nelle aree urbane e con loro, anche il numero dei talibès. Molti marabout inoltre sfruttano questa manodopera minorile per il loro fabbisogno e arricchimento personale. L’elemosina non è più praticata quindi per irrobustire la personalità del bambino ma per raccogliere dei tributi che egli dovrà versare al suo maestro.

 

Chi sono i talibés?

Sono bambini di età compresa tra i 3 e i 15 anni, provenienti principalmente da villaggi delle zone rurali del Senegal e dei vicini Mali, Gambia e Guinea Bissau. Sono inviati dai loro genitori presso le daaras per apprendere il Corano e i precetti dell’Islam. Vivono in condizioni igienico-sanitarie precarie, lontani dall’affetto delle famiglie, costretti a mendicare per nutrirsi e pagare i loro maestri. Sono spesso vittime di violenza e non hanno diritti. La maggior parte non sono registrati all’anagrafe, quindi di fatto non esistono.

Le daaras

Le daaras sono strutture spesso fatiscenti, case in costruzione, capanne dal tetto di paglia. Non vi sono letti e spesso i bambini dormono per terra o direttamente per strada. Mancano i controlli sanitari e la maggior parte dei bambini soffrono di malattie cutanee, funghi o scabbia. Inoltre la dieta sregolata cui sono abituati determina stati di malnutrizione, insorgere di diabete precoce e problemi relativi alla mancanza di vitamine.

Cosa fa il COMI

Il COMI, in dialogo con le istituzioni e le associazioni locali quali CDEPS (Centro Dipartimentale dell’Educazione Popolare e Sportiva), B.A.K. (Bolo Ar Xaley), associazione locale che si occupa dei diritti dell’infanzia) e la ONG RADDO (network africano che si occupa di diritti umani), interviene per tutelare i diritti di questi bambini, per combatterne la malnutrizione e migliorare l’accesso alle cure sanitarie, all’acqua salubre e all’igiene.

Nel 2011 all’interno del progetto Tchao il COMI ha avviato collaborazioni con alcune Daara nell’ottica di migliorare le condizioni di vita dei Talibé.

Da gennaio 2017, il COMI organizza e distribuisce un pasto settimanale ricco ed equilibrato nel rispetto delle tradizioni locali a più di 130 bambini. Viene preparato da due donne del quartiere che, insieme allo staff, si occupano dell’organizzazione delle attività, della cucina e della mediazione linguistica (i bambini parlano prevalentemente wolof e pulaar). Quest’attività è destinata ad ampliarsi, per includere interventi igienico-sanitari diretti in collaborazione con la Croce Rossa senegalese.

Il COMI è inoltre impegnato nel coinvolgere e sensibilizzare la popolazione, le istituzioni e i marabout sul tema dei diritti dell’infanzia, dei rischi sanitari e dell’importanza di un’istruzione solida per questi bambini che vivono lontani dalle famiglie, imbrigliati nelle complesse dinamiche della vita di strada.