Comi

Riparte “Odiare non è uno sport”

Campioni e campionesse, società sportive, associazioni, 
scuole e studenti uniti per dire no all’hate speech nello sport

Riparte la campagna

ODIARE NON E’ UNO SPORT

Un progetto per prevenire e contrastare i messaggi d’odio online in ambito sportivo

Secondo la ricerca di Coder (UniTo) del 2020, sulle pagine Fb delle 5 principali testate sportive nazionali tre post su quattro ricevono commenti di hate speech

Veicolo di crescita e confronto, palestra di vita, lo sport  coinvolge milioni di ragazzi e ragazze nel nostro paese ed è un importante terreno di inclusione e aggregazione sociale. Allo stesso tempo però lo sport è divenuto anche, e sempre più, terreno di scontri, discorsi e gesti d’odio, che nella dimensione digitale si potenziano e diffondono in maniera esponenziale.

È così che, anche grazie all’aiuto di diversi campioni azzurri, in occasione della Giornata Mondiale dello Sport, riprende nuovo slancio la campagna #Odiarenoneunosport, sostenuta dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e promossa dal Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo (Cvcs), con un fitta rete di partners su tutto il territorio nazionale.

Avviata nel 2020 con un primo studio del fenomeno affidato all’Università di Torino (Centro Coder) che ha elaborato il primo Barometro dell’Odio nello sport, monitorando i principali social media e le testate giornalistiche sportive, la campagna ha raccolto le testimonianze di campioni dello sport azzurro come Igor Cassina, Paola Egonu, Stefano Oppo, Alessia Maurelli, Frank Chamizo, Valeria Straneo, Angela Carini e tanti altri. Al loro fianco le straordinarie storie di  inclusione sociale avvenute attraverso lo sport sul territorio italiano e l’adesione spontanea di decine di sportivi, professionisti e dilettanti, associazioni, scuole o semplici cittadini che sostengono la campagna ritraendosi con la scritta Odiare non è uno sport . Qui la Gallery

 

Riparte oggi con nuovo slancio non solo la campagna di sensibilizzazione, che si svolgerà contestualmente alla delicata fase della preparazione Olimpica degli Azzurri verso Parigi 2024, ma anche un importante progetto di prevenzione e contrasto all’hate speech. Progetto che porterà alla realizzazione del secondo Barometro dell’Odio nello sport e al coinvolgimento in percorsi formativi interattivi e multimediali sulle dinamiche dell’odio nello sport 600 docenti di scuole secondarie, 540 allenatori sportivi del target giovanile, 300 dirigenti di società/ASD, 2200 studenti di scuole secondarie di I e II grado e 900 giovani sportivi della fascia 11-18.

Saranno costituite anche 9 squadre territoriali di attivisti digitali  anti-odio, composte da studenti e giovani coinvolti nelle attività di formazione, che condurranno azioni di contrasto all’hate speech sportivo in chat e social frequentati dai giovani, attivando reazioni e risposte di valenza dissuasiva ed educativa.

Tutti insieme, con nuovo entusiasmo e determinazione e un obiettivo comune: dire no all’odio nello sport e nella vita.

Per interviste e contatti: ufficiostampa@cvcs.it, 3469546862

Il progetto è sostenuto dall’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo e promosso dal Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo, in partenariato con 7 ong italiane con ampia esperienza nell’educazione alla cittadinanza globale (ADP, Aspem. CeLIM, COMI, COPE, LVIA, Progettomondo),  gli enti di promozione sportiva CSI e Libertas, Informatici senza Frontiere e Impactskills srl per lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche e due Atenei (UniTo e UniTs) per la realizzazione della ricerca e la supervisione scientifica

Natale 2022

Non lasciarti sfuggire

gli imperdibili prodotti

natalizi del COMI.

 

 

Quest’anno li

troverete dentro coloratissimi sacchetti cuciti a mano dalle nostre infaticabili volontarie Rosalba, Anna Maria, Novilia e Lorenza!!!

 

 

LA LENTICCHIA DI ONANO vanta anche un glorioso passato documentato che risale alla metà del 1500. All’inizio del Novecento la lenticchia di Onano era presente in varie esposizioni internazionali: a Roma e Buenos Aires a Londra e infine a Parigi nel 1911, in occasione della III Esposizione Internazionale del Progresso Moderno. 

 

LA CIOCCOLATA SPALMABILE GOLIOSA  CIOCCO BRUT  

Crema Spalmabile al Cacao Intenso con Nocciole e Olio Extra Vergine di Oliva.

Preparata con una miscela di vari tipi di cacao che la arricchiscono con  varie sfumature di aromi. Il gusto di cacao intenso, la nocciola e l’Olio Extra Vergine creano un ottimo bilanciamento. Senza Glutine.   

Affrettati dunque perché con una donazione di € 12,00, potrai ottenere il simpatico sacchetto e sostenere la nostra 

Scuola di conversazione di italiano per stranieri!! 

 

 

Info e prenotazioni con mail a segreteria@comiorg.it

oppure telefonando allo 06 70 45 10 61

martedi e giovedi in orario di ufficio: 9.30-13.00 / 14.00-17.30

 

Pasqua COMI 2022

Pasqua Solidale con il COMI!

Anche quest’anno per la raccolta fondi pasquale ci siamo affidati ad ADGENTES, Associazione di Promozione Sociale che dal 1994 riunisce soci e volontari intorno a un ideale comune: il commercio equo e solidale. 

Vi proponiamo pertanto due sacchetti di ovetti di cioccolato, uno al latte e uno fondente, confezionati in bustine trasparenti biodegradabili e compostabili in polpa di cellulosa derivata dagli scarti di lavorazione di piante con ricrescita veloce. In questo modo si riduce l’utilizzo di plastica e di quelle confezioni che – dovendo evitare il contatto diretto tra cioccolato e imballaggio – richiedono l’ulteriore confezionamento dell’ovetto con la stagnola.  Siamo stati quindi attenti all’ambiente.  

E non finisce qui, per rendere la proposta ancora più accattivante, abbiamo racchiuso gli ovetti in deliziose bustine di carta, decorate a mano da Patrizia abile artigiana, che si è sbizzarrita realizzando motivi originali e festosi…

L’offerta minima per ciascuna confezione è di 15,00 euro.

Il ricavato, al netto delle spese sostenute per realizzarle, finanzierà le attività del COMI a favore dei bambini Talibé di Kaffrine

I bambini Talibé sono bambini di età compresa tra i 3 e i 15 anni, provenienti principalmente da villaggi delle zone rurali del Senegal e dei vicini Mali, Gambia e Guinea Bissau, inviati dai loro genitori presso le daara, tradizionali scuole coraniche per l’apprendimento del Corano e dei precetti dell’Islam. 

I bambini vivono qui in condizioni igienico-sanitarie precarie, lontani dall’affetto delle famiglie, costretti a mendicare per nutrirsi e pagare i loro maestri. Sono spesso vittime di violenza e non hanno diritti. La maggior parte non è registrata all’anagrafe e quindi di fatto “invisibile” alla comunità.  

Nel foglio allegato alle confezioni troverete ulteriori e circostanziate informazioni su questa realtà.  

Il ricavato, al netto delle spese sostenute per realizzarle, finanzierà le attività del COMI a favore dei bambini Talibé di Kaffrine. I bambini Talibé sono bambini di età compresa tra i 3 e i 15 anni, provenienti principalmente da villaggi delle zone rurali del Senegal e dei vicini Mali, Gambia e Guinea Bissau, inviati dai loro genitori presso le daara, tradizionali scuole coraniche per l’apprendimento del Corano e dei precetti dell’Islam. I bambini vivono qui in condizioni igienico-sanitarie precarie, lontani dall’affetto delle famiglie, costretti a mendicare per nutrirsi e pagare i loro maestri. Sono spesso vittime di violenza e non hanno diritti. La maggior parte non è registrata all’anagrafe e quindi di fatto “invisibile” alla comunità.  Nel foglio allegato alle confezioni troverete ulteriori e circostanziate informazioni su questa realtà.  

 

Per prenotare le confezioni telefonate al numero 06 70451061 il martedì e il giovedì dalle ore 10 alle ore 18.00 oppure scrivete una mail a segreteria@comiorg.it indicando le quantità richieste, la modalità di pagamento (contanti, bonifico bancario, c/c postale), e concordando il giorno del ritiro presso il COMI. 

 

Serena Pasqua a tutti

Iniziano le nuove attività di COMI a Malalhue

Dopo due mesi e mezzo in Cile, durante i quali siamo stati accolti e inseriti con delicatezza e attenzione nel contesto di Malalhue, abbiamo iniziato ad individuare alcuni dei bisogni più evidenti e provare a proporre delle attività per affrontarli. Quello di Malalhue, Région de los rios, Chile, è un contesto complesso, nel quale è difficile cogliere immediatamente le dinamiche di relazione tra le persone e le famiglie, i rapporti con il mondo umano e non umano, il complesso tessuto di scambi materiali e immateriali, di doni e restituzioni che si configura in una trama di simboli da decifrare e interpretare costantemente.

In questo contesto così complesso, una delle prime questioni che abbiamo individuato è la scarsità di stimoli artistici e culturali, soprattutto per le persone più giovani che abitano la comunità, e l’assenza di spazi di aggregazione nei quali sia possibile creare comunità e relazioni, stimolare la creatività, pensare e agire collettivamente. Per questo abbiamo pensato di proporre tre percorsi, che si svilupperanno in primis durante il periodo estivo, ma che probabilmente proseguiranno per tutto l’anno, cercando di raggiungere persone di età e interessi diversi.

In primo luogo abbiamo deciso di proporre un centro estivo, per offrire ai bambini e alle bambine di Malalhue un contesto educativo e di divertimento, nel quale sperimentare modi diversi di stare insieme, distinte forme artistiche, attività di cooperazione e di espressione. Ogni mercoledì, nel tardo pomeriggio per poter sopravvivere al caldo intenso dell’estate malalhuina, ci troviamo nel campo di futbol per condividere un momento con bimbi e le bimbe, giocando, facendo laboratori di costruzione, stimolando le loro capacità espressive attraverso giochi teatrali e di espressione, raccontando storie per incentivare la loro creatività. 

Un’altra attività che stiamo promuovendo è lo yoga, pensato per stimolare le persone a prendersi dei momenti per loro stesse, per equilibrarsi e prestare attenzione al proprio corpo e alla relazione del proprio corpo con la mente; ogni giovedì Angi guida le persone che partecipano agli incontri in diverse asana e in un rigenerante momento di rilassamento, lo yoga nidra. Un’attività come lo yoga offre la possibilità di prendersi cura del proprio corpo e della propria mente, e di alleviare i dolori derivanti dagli sforzi fisici quotidiani e intensi cui le persone di Malalhue sono abituate.

In ultimo, ogni giovedì organizziamo un cineforum nella piazza o nel centro comunitario di Malalhue, proiettando ogni volta un film che possa stimolare una riflessione o un dibattito con le persone. Per poter convogliare i diversi interessi ed età, alternando un film rivolto alle famiglie, ai bambini e alle bambine, con l’intento di offrire loro un momento di aggregazione e di divertimento comune, a uno rivolto ai ragazzi e alle ragazze, per provare a costruire con loro uno spazio di riflessione collettiva, un luogo in cui incontrarsi in modo nuovo e differente. 

Tutte le attività hanno ricevuto una calda accoglienza da parte delle autorità locali, tanto che sono supportate e proposte in collaborazione con l’Area Delegazione Municipale di Malalhue del Comune di Lanco, ufficio introdotto recentemente dal neo sindaco Juan Rocha Aguilera.

Speriamo di poter proporre presto altre attività qui a Malalhue!

Cosa sono le migrazioni sostenibili?

Le migrazioni sono un fenomeno che dovrebbe essere concepito nel quadro dello sviluppo sostenibile, dall’Agenda 2030 al Global Compact sulle Migrazioni. A questo riguardo la European Migration Network (è una rete europea di esperti in materia di migrazione e asilo che lavorano insieme per fornire informazioni e conoscenze obiettive e comparabili sulle questioni emergenti relative all’asilo e alla migrazione in Europa), ha approfondito il tema con riferimento alla politica migratoria europea, cercando di articolare il concetto di “migrazioni sostenibili”.

Nel background document n.11 qui scaricabile, riportiamo e commentiamo per la discussione, le principali conclusioni che sono emerse dalla tavola rotonda sulla “Sustainable Migration from Africa to Europe”.

In linea con la Agenda 2030, che mostra come il fenomeno migratorio possa essere compreso solo se messo in relazione tra le diverse dimensioni sociale, economica e ambientale, la tavola rotonda del Network Europeo sulle Migrazioni ha esplorato il significato di “migrazione sostenibile” che cerca di contemperare le prospettive politiche degli stati di origine, transito e destinazione.

E’ stato affrontato il concetto di “whole of route” fondato su un approccio di triple win: si tratta di riconoscere l’importanza dell’intero percorso migratorio in modo che tutte e tre le parti ne traggano beneficio: i paesi di origine, quelli di destinazione e i migranti stessi, sottolineando come una “migrazione sostenibile” offra ai responsabili politici l’opportunità di governare meglio le migrazioni, in modo che esse possano essere vantaggiose sia per i paesi di origine che per quelli di destinazione.

Secondo questo approccio sono da collegare tra loro in modo trasversale diversi obiettivi di sviluppo sostenibile, ne possiamo citare almeno 5: il primo relativo alla lotta alla povertà (in particolare nei paesi di origine), l’ottavo sul lavoro dignitoso (per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori migranti nei paesi di destinazione), il decimo sulla disuguaglianza (tra paesi di origine e di destinazione, e per canali regolari e sicuri per le migrazioni), l’undicesimo su città inclusive e sostenibili (con riferimento all’integrazione dei migranti nelle città di destinazione), e il sedicesimo su istituzioni giuste (per la difesa dei diritti dei migranti in tutto il loro percorso migratorio).

Sono stati delineati i rischi e i benefici riguardanti l’attuale sistema migratorio Africa – Europa. Tra i primi rientrano la “fuga di cervelli” (la migrazione di manodopera altamente qualificata) e il conseguente brain waste, “spreco di cervelli” (i lavori a bassa qualificazione a cui sono costretti molti immigrati con studi e specializzazioni elevate), la migrazione irregolare, e la nascita di percezioni sui migranti errate, enfatizzate dai media e sfruttate a fini politici, che creano tensioni, preoccupazioni e paura. Tra i benefici invece si sottolinea come la migrazione circolare permetta all’Europa di beneficiare di lavoratori qualificati e non, e all’Africa di usufruire dei benefici economici provenienti dalle rimesse, creando così una migrazione reciprocamente vantaggiosa.

Infine si sottolinea la stretta connessione che dovrebbe esistere tra protezione dei diritti dell’individuo e sviluppo sostenibile, possibile esclusivamente attraverso la creazione di un ambiente sociale ed economico dignitoso per i migranti nei paesi di destinazione, in cui le comunità insediate e le popolazioni locali possano prosperare, e con il riconoscimento e la professionalizzazione del ruolo delle diaspore come agenti di sviluppo nel paese d’origine, attraverso lo studio di strumenti di investimento che valorizzino l’impatto finanziario delle rimesse.

Il concetto di migrazione sostenibile cerca di tenere in conto e di equilibrare gli interessi dei diversi attori in gioco, in particolare dei migranti e delle comunità di destinazione, in modo da rendere sostenibile l’impatto, prendendo in considerazione con lo stesso livello di importanza tutti i fattori che caratterizzano lo sviluppo attuale e futuro dei paesi di partenza e di arrivo.

Un campionato senza odio

Il 20 giugno riparte il campionato di calcio di serie A, ma gli stadi resteranno chiusi al pubblico. Sarà un campionato molto diverso dal solito, forse unico nel suo genere, in questo tempo particolare che stiamo vivendo. E proprio per questo, può anche essere un’occasione per ripensare lo sport in modo nuovo.
E’ questa l’idea della campagna Odiare non è uno Sport, che lancia l’appello per un Campionato senza Odio, per abolire l’hate speech dallo sport e riscoprire la bellezza della competizione sana e corretta.

di Silvia Pochettino

L’hate speech, o linguaggio d’odio, è ormai diventato una parte strutturale delle conversazioni sportive in Italia, in particolare nel calcio, come riporta il Barometro dell’Odio nello Sport, la ricerca realizzata dal centro Coder dell’Università di Torino che ha monitorato per 3 mesi i commenti ai post delle cinque principali testate sportive italiane (La Gazzetta dello SportTuttosport, Il Corriere dello Sport, Sky Sport Sport Mediaset) analizzando 443.567 post su Facebook e 16.991 su Twitter. Risultato? Tre post su quattro ricevono commenti d’odio su Facebook, addirittura uno su due su Twitter.

Ci siamo abituati all’hate speech online e offline tra gli spalti delle tifoserie come se fosse normale insultare, umiliare o minacciare l’avversario. Ma non lo è.

Come si legge nel Barometro: “Siamo difronte a un processo di normalizzazione della violenza per cui è ormai opinione piuttosto diffusa che gli stadi e il tifo siano intrinsecamente connessi a forme di violenza e sopraffazioni che in tempi recenti si sono estese e potenziate online attraverso l’uso massiccio dei social media”

Ma cos’è l’hate speech e come si presenta? Il Barometro dell’Odio in questo breve schema ci aiuta a inquadrare meglio il fenomeno (gli esempi, purtroppo, sono tutti tratti da commenti reali individuati dalla ricerca…)

 

L’appello della campagna Odiare non è uno Sport per una Serie A di calcio così particolare, in epoca Covid e a porte chiuse, è semplice: portare a termine un Campionato senza Odio, eliminando l’hate speech dallo sport!

Se vuoi contribuire anche tu, quando incontri commenti simili a quelli riportati in tabella segnalalo taggando la pagina Fb o l’account Instagram di Odiare non è uno Sport oppure facendo uno screenshot dei tweet e inviandoli a ufficiostampa@odiarenoneunosport.it.

Se ti senti, puoi anche intervenire direttamente nella conversazione rilanciando il semplice appello a un Campionato senza Odio o usando la card qui sotto.

Insieme possiamo davvero rilanciare un tifo che riscopra la bellezza della competizione sportiva corretta

Abbiamo riso … per la comunità Mapuche

La campagna del riso Comi continua online!

Ora che ascoltando Pilar avete compreso ancor di più l’importanza dell’agricoltura familiare nei territori Mapuche, probabilmente avete voglia di fare la vostra parte … bene ve ne diamo l’occasione: ORDINATE TANTI PACCHI DI RISO E NOI VE LI FAREMO RECAPITARE A CASA GRATIS!
E state certi che con quel riso, oltre a sostenere le donne delle comunità Mapuche, farete felici i vostri stomaci e anche quella dei vostri amici e parenti.

Allora che aspettate? Per praticità di invio vi preghiamo di ordinare solo quantitativi di riso multipli di 10 (es. 10 kg, 20 kg, 30 kg e così via) a segreteria@comiorg.it aggiungendo il vostro nome, cognome, indirizzo, email e cellulare così lo spedizioniere non avrà difficoltà a rintracciarvi per la consegna.

Per il pagamento (ricordiamo che l’offerta richiesta per ogni chilo di riso è di € 5,00) fate un bonifico intestato a
COMI Cooperazione per il mondo in via di sviluppo
Banca Etica, Sede di via Parigi Roma
IBAN: IT03 E 05018 03200 0000 11028271
Causale: Erogazione per i vostri progetti – campagna del riso 2020

Aspettiamo i vostri ordini!

BAROMETRO DELL’ODIO NELLO SPORT

Il 26 maggio alle ore 11 in diretta Facebook sulla pagina di Odiare non è uno sport

la prima ricerca italiana sull’hate speech online in ambito sportivo, realizzata analizzando 443.567 conversazioni su Facebook e 16.991 su Twitter delle principali testate giornalistiche sportive italiane.

Il 26 maggio alle ore 11 in diretta Facebook sulla pagina di Odiare non è uno sport

Il Centro CODER dell’Università di Torino, nel quadro del progetto Odiare non è uno sport, presenta il

BAROMETRO DELL’ODIO NELLO SPORT

Quanta volgarità, minacce e insulti anche a sfondo razziale o sessista sono presenti nelle discussioni on line che parlano di sport? Se da un lato lo sport è spesso strumento di integrazione e trasmissione di valori, soprattutto quando praticato, dall’altro, specialmente nella dimensione del tifo, può diventare un elemento divisivo che inasprisce la competizione fino a trasformarla in conflitti anche violenti. Ma quanto influisce in tutto questo l’uso dei social network? Che frequenza e che caratteristiche hanno i linguaggi d’odio online nello sport italiano?

Prova a rispondere a queste domande il Barometro dell’odio nello Sport, ricerca realizzata dal Centro CODER dell’Università di Torino nel quadro del progetto di prevenzione e contrasto all’hate speech  Odiare non è uno sport, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AID 011797) e promosso dall’associazione  CVCS insieme a 13 partner nazionali.

Il primo risultato che salta agli occhi dal monitoraggio delle pagine Fb e Twitter delle principali testate sportive nazionali (La Gazzetta dello Sport, Tuttosport, Il Corriere dello Sport, Sky Sport e Sport Mediaset) realizzato dal 7 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020, è che esiste un livello costante di hate speech al di sotto del quale non si scende mai, pari al 10,9% dei commenti su Facebook e 18,6% su Twitter.

I messaggi d’odio risultano dunque una componente non solo rilevante ma strutturale delle conversazioni sportive su questi social media.

Tuttavia, Facebook e Twitter sono diversi, sia per numero di commenti sia per la presenza di hate speech. A parità di messaggi pubblicati, Facebook genera un volume di commenti 26 volte superiore a quello di Twitter. Ma, mentre l’hate speech raggiunge il 13,4% dei commenti su Facebook, suTwitter arriva al 31% .

Se si vanno poi ad approfondire le modalità con cui si manifesta l’hate speech, il linguaggio volgare (14% su FB e 31% su Twitter) e l’aggressività verbale (73% e 60%) sono le forme più frequenti. Tuttavia, anche discriminazione (7% e 5%) e aggressività fisica (5% e 4%) non sono irrilevanti. La ricerca ha infatti individuato circa 5.000 commenti contenenti elementi di questo tipo pubblicati dagli utenti in un arco di tre mesi.

Infine, dato prevedibile, gran parte del traffico di notizie sui social e di conseguenza la maggior parte degli episodi di hate speech sono da ricondurre al mondo del calcio.. Emerge che Mario Balotelli e Romelu Lukaku sono i personaggi sportivi su cui si concentrano più commenti di hate speech (rispettivamente 16,7% su Facebook e 38,3% su Twitter; 15,5% su Facebook e 40,6% su Twitter)  contenenti insulti e discriminazione razziale (rispettivamente 2,1% su Facebook e 5,6% su Twitter; 1,9% su Facebook e 2,4% su Twitter). 

La ricerca sarà presentata il 26 maggio alle ore 11 in diretta Facebook sulla pagine del progetto Odiare non è uno sport (@odiarenoneunosport). L’evento live – moderato da Mimma Caligaris, giornalista sportiva e presidente della Commissione Pari Opportunità della Federazione Nazionale della Stampa – vedrà la partecipazione di Giuliano Bobba, del centro Coder, autore del Barometro e Sara Fornasir coordinatrice del Progetto Odiare non è uno Sport.

Contatti: ufficiostampa@odiarenoneunosport.it, 3469546862

Il progetto è sostenuto dall’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo e promosso dal Centro Volontariato Cooperazione allo Sviluppo, in partenariato con 7 ong italiane con ampia esperienza nell’educazione alla cittadinanza globale (ADP, CeLIM, CISV, COMI, COPE, LVIA, Progettomondo.mlal),  l’ente di promozione sportiva CSEN, le agenzie formative FormaAzione, SIT e SAA-School of management,  Informatici senza Frontiere per lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche e Tele Radio City e Ong 2.0 per la campagna di comunicazione.  

Io Accolgo

Roma, giovedì 13 giugno, ore 12
Hotel delle Nazioni, via Poli 6
Conferenza stampa di presentazione della Campagna “Io accolgo”
La Campagna “Io accolgo”, promossa da 42 organizzazioni sociali italiane ed internazionali, vuole dare la visibilità che meritano a tutte quelle esperienze diffuse di solidarietà che contraddistinguono il nostro Paese: dalle famiglie che ospitano stranieri che non hanno più un ricovero alle associazioni che organizzano corridoi umanitari per entrare nel nostro Paese, dai tanti sportelli legali e associazioni di giuristi che forniscono gratuitamente informazioni e assistenza ai migranti, a chi apre ambulatori in cui ricevere assistenza sanitaria gratuita, a chi coopera a livello internazionale per accompagnare le migrazioni forzate e ridurre l’insicurezza umana nei paesi di origine e transito. Centinaia di esperienze diverse che la Campagna vuole mettere in rete, perché vengano condivise e riprodotte, perché finalmente vengano conosciute, se ne dia notizia, l’opinione pubblica ne prenda consapevolezza.È quella parte grande del nostro Paese – singoli cittadini e cittadine, nuclei familiari, enti locali, studenti, insegnanti, organizzazioni nazionali e territoriali, laiche e religiose – che non si arrende alla barbarie di un mondo fondato sull’odio e sulla paura, che crede nei principi della Costituzione, dei diritti uguali per tutti, della solidarietà. Soggetti che quotidianamente agiscono per mitigare i danni di una legislazione, di politiche e di comportamenti istituzionali che condannano i migranti a morire in mare, che chiudono i porti, che cancellano esperienze di accoglienza, come gli Sprar, gettando per strada migliaia di richiedenti asilo e rifugiati, anche vulnerabili, privati così della loro dignità e del diritto ad accedere ai servizi sociali.

La Campagna prevede anche iniziative di mobilitazione, per aprire vertenze che inducano le Istituzioni ad assumersi la responsabilità dell’accoglienza e dell’integrazione, cancellando le scelte discriminatorie e superando gli effetti perversi del Decreto sicurezza (Legge 132/2018).

A tutti verrà proposto di schierarsi, di sottoscrivere il Manifesto della Campagna e di indossare o esporre un oggetto simbolo di questa iniziativa.

Tutte le informazioni sulla Campagna e le sue finalità verranno illustrate nella Conferenza stampa che si terrà giovedì 13 giugno, alle 12, presso l’Hotel delle Nazioni, in via Poli 6.

Nell’incontro, che verrà aperto da due esponenti del Comitato promotore, che parleranno a nome della coalizione promotrice dell’iniziativa, verrà data voce ad alcuni dei protagonisti di queste esperienze di solidarietà e accoglienza, oltre che ai richiedenti asilo e rifugiati destinatari di questi interventi.

Saranno inoltre presenti i rappresentanti delle organizzazioni che hanno promosso o aderito alla Campagna.

Fanno parte del Comitato promotore della Campagna:

A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, AOI, ARCI, ASGI, Casa della Carità, CEFA, Centro Astalli, CGIL, CIAC, CIAI, CIR, CNCA, Comunità di S.Egidio, CONGGI,  Ero Straniero, EuropAsilo, Federazione Chiese Evangeliche in Italia – FCEI, FOCSIV,  Fondazione Finanza Etica, Fondazione Migrantes, Gruppo Abele, ICS Trieste, INTERSOS,  Legambiente, LINK-coordinamento universitario, Lunaria, Medici Senza Frontiere, NAIM (National Association Intercultural Mediators), Oxfam, Rainbow4Africa, ReCoSol, Refugees Welcome Italia, Rete della Conoscenza, Rete Studenti Medi, SaltaMuri, Save the Children Italia, UIL, Unione degli studenti, Unione degli universitari, UNIRE

Anche il COMI presente: